Un torneo per ritrovarci
e divertirci

Un torneo di hockey su ghiaccio con lo scopo ultimo di divertirsi, ma non solo.
Dietro a ogni partita, dietro a ogni disco lanciato sul ghiaccio, si nasconde il desiderio di condividere momenti autentici, di ritrovare quella leggerezza che lo sport sa regalare.
Così, il primo maggio 2025, ho vissuto quest’avventura speciale insieme a un gruppo straordinario di amici: un’occasione preziosa che ci ha permesso di riunirci dopo tanti anni e di riscoprire il piacere di stare insieme.
Chi sono
Mi presento: sono Michele Del Greco, ideatore di eventi e appassionato di hockey, e da anni opero nel Canton Ticino, dove lavoro per creare esperienze che uniscano le persone e lascino un segno.

Il significato del nome Goats
Goats è un nome che abbiamo scelto non a caso e che porta con sé due significati profondi. Da una parte rappresenta la capra, animale testardo, agile e tenace, simbolo che abbiamo voluto nel nostro logo proprio perché incarna lo spirito combattivo che ci unisce. Dall’altra parte, Goats è l’acronimo di Greats of Old Time, i grandi di una volta, coloro che hanno lasciato un segno nello sport e nella memoria, e a cui sentiamo di appartenere, pur consapevoli del tempo che passa.
Un gruppo unito dalla passione
È così che ci percepiamo: un gruppo di persone legate da un passato comune sul ghiaccio, in quel mondo fatto di sacrifici, allenamenti, sconfitte e vittorie, che ci ha insegnato valori che non si cancellano.
L’hockey, per ciascuno di noi, ha rappresentato una scuola di vita. E sebbene gli anni siano trascorsi, e con essi le stagioni da giocatori, la passione non si è mai spenta. È rimasta lì, sotto la superficie, pronta a riemergere alla prima occasione.

Le nostre storie
Il nostro gruppo è vario e racconta storie diverse. Ci sono veterani che in passato hanno calcato il ghiaccio a livelli importanti, figli cresciuti all’ombra di quelle imprese, e poi ci sono io: non sono diventato un campione, ma ho trovato nell’arbitraggio nella Lega Ticinese il modo per restare dentro al gioco, con lo stesso entusiasmo di sempre.


Una squadra nata
per stare insieme
Questa squadra è nata con uno scopo semplice e genuino: divertirci insieme. È nata per mantenere viva la passione comune e per creare nuove occasioni di incontro, di condivisione, di amicizia. L’hockey, per noi, è un pretesto per stare bene, per sentirci squadra dentro e fuori dal campo.
Il torneo del primo maggio al Forum di Assago
Le nostre domeniche mattina hanno un sapore speciale. Ci ritroviamo sul ghiaccio non per primeggiare o per inseguire trofei, ma per il puro piacere di giocare, di scambiare qualche battuta, di sentire di nuovo quell’adrenalina che solo lo sport sa dare. Tuttavia, è nei tornei che troviamo una soddisfazione più profonda, perché il confronto con altre squadre ci permette di misurarci davvero, di mettere alla prova il nostro spirito di squadra e le nostre capacità.
È per questo che abbiamo scelto di iscriverci al torneo del primo maggio, che si è svolto al Forum di Assago, nella pista piccola.
Un torneo particolare: il campo da gioco viene diviso in due metà, separate tra loro, e le partite si disputano su piste più ridotte rispetto alla dimensione standard. Questo formato, oltre a rendere il gioco più dinamico e veloce, ci ha permesso di vivere un’esperienza ancora più intensa e coinvolgente.

L’attinenza tra sport ed eventi
La differenza tra giocare tra di noi e partecipare a un torneo è netta. Nel primo caso c’è il piacere del gioco puro, senza pressioni; nel secondo emerge la voglia di costruire una strategia, di pensare come squadra, di cercare insieme il modo migliore per raggiungere un obiettivo comune.
Trovo che in questo concetto di gioco di squadra ci sia una forte attinenza con il mondo degli eventi, di cui faccio parte e che rappresenta il mio lavoro e la mia passione.
Lo sport, come gli eventi, è una straordinaria scuola di vita: ti sfoga, ti libera dai pensieri, attiva il corpo e la mente. Così accade anche quando si organizza un evento; bisogna coordinare energie, affrontare sfide e dare il massimo per creare qualcosa di memorabile.
L’attinenza è questa: abbiamo vinto perché abbiamo studiato l’avversario e usato le risorse necessarie per ottenere il massimo risultato. Ed è lo stesso spirito che mi guida ogni giorno quando progetto un evento, quando metto insieme i dettagli per fare in modo che tutto funzioni al meglio.

Oltre la vittoria
Abbiamo vinto, e questo ci ha resi orgogliosi, ma la vittoria non è arrivata per caso. È stata frutto di preparazione, di attenzione, di uno studio attento degli avversari e dell’uso consapevole delle risorse a nostra disposizione. Questo ci ha permesso di dare il massimo e di ottenere il miglior risultato possibile, ma ciò che abbiamo amato di più di questo torneo non è stato il successo in sé, bensì tutto ciò che ha rappresentato: l’incontro con altre realtà, la scoperta di storie diverse, la condivisione con persone che, come noi, avevano un obiettivo e un sogno.
In campo c’erano sì la voglia di vincere, la bravura e la preparazione, ma anche il desiderio, più profondo, di superare i propri limiti.
Età, disabilità, difficoltà personali: ogni partecipante ha portato sul ghiaccio la sfida con se stesso, prima ancora che con l’avversario.
Un’esperienza che arricchisce
Ci sono esperienze che arricchiscono e lasciano un segno dentro di noi. Il torneo del primo maggio è stato uno di questi momenti speciali. Non siamo tornati a casa solo con un trofeo, ma con la certezza di voler continuare questo percorso, di volerci mettere ancora alla prova, soprattutto contro i nostri limiti. E lo faremo sempre con la speranza di vincere, ma con la consapevolezza che, alla fine, il gioco e gli eventi sono soltanto il riflesso della vita: un luogo in cui mettersi in gioco, crescere e imparare.